The presentation of Bill AS no. 935 to the Senate of the Republic (recently approved) has once again placed the issue of the direct election of the President of the Council of Ministers at the center of the political agenda. This is related to the “neoparliamentary” model that clearly inspired the form of regional government provided for following constitutional law no. 1 of 1999. This form of government, in addition to the direct election of the head of the Executive, provides the application of the “simul stabunt…simul cadent” principle, according to which the resignation of the President, as well as the approval of a motion of no confidence against them, necessitates new elections for the elective assembly as well.
The regional experience shows how the performance of this form of government is strongly conditioned by numerous factors, such as the electoral law, the political system, and the powers of the Executive and the elective Assembly. These elements mean that the hegemony of the head of the Executive is not necessarily a foregone conclusion of the introduction of such a form of government, especially if it is accompanied by additional tools to rebalance the role of the President of the Council of Ministers.
The constitutional revision bill, which presents some deviations from the neoparliamentary model, is rather lacking in this aspect. However, some adjustments that could be introduced during the parliamentary discussion would allow for the creation of a system that is at least balanced.
La presentazione (e recente approvazione in prima deliberazione) al Senato della Repubblica del disegno di legge AS n. 935 ha posto nuovamente al centro dell’agenda politica il tema dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, riconducibile a quel modello “neoparlamentare” che ha chiaramente ispirato la forma di governo regionale prevista in seguito alla legge cost. n. 1 del 1999. Forma di governo che, oltre all’elezione diretta del vertice dell’Esecutivo, prevede l’applicazione del principio “simul stabunt…simul cadent”, in forza del quale le dimissioni del Presidente, così come l’approvazione di una mozione di sfiducia nei suoi confronti, comportano il necessario ricorso a nuove elezioni anche per l’assemblea elettiva.
Proprio l’esperienza regionale mostra come il rendimento di siffatta forma di governo sia fortemente condizionato da numerosi fattori, quali la legge elettorale, il sistema politico e le attribuzioni dell’Esecutivo e dell’Assemblea elettiva. Elementi in forza dei quali l’egemonia del vertice dell’Esecutivo non costituisce necessariamente un esito scontato dell’introduzione di tale forma di governo, ove la stessa sia accompagnata da ulteriori strumenti di riequilibrio del ruolo del Presidente del Consiglio dei ministri.
Il d.d.l. di revisione costituzionale, che presenta tra l’altro talune deroghe al modello neoparlamentare, risulta piuttosto lacunoso su tali aspetti, ma alcuni correttivi, che potrebbero essere introdotti in sede di discussione parlamentare, potrebbero consentire la realizzazione di un sistema perlomeno non squilibrato.