Il fascicolo n. 3 del 2024 della rivista Italian papers on federalism risulta quantomai denso e variegato. Esso ospita, infatti, tanto i contributi proposti in risposta alla Call for papers (pubblicata nel marzo del 2024) dal titolo “La riforma del c.d. premierato e l’esperienza dell’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale. Possibili analogie, prospettive e criticità” – che, come dimostrato anche dal loro elevato numero, ha suscitato un grande interesse nella comunità scientifica –, quanto contributi aventi ad oggetto una pluralità di tematiche differenti (dalla tutela dell’ambiente, al Servizio Idrico Integrato, alla c.d. better regulation, all’autonomia differenziata, all’organizzazione del governo locale nella Repubblica d’Albania, al fine vita).
In particolare, in relazione al corposo gruppo di contributi connessi alla Call for papers, com’è noto, il 18 giugno 2024 il Senato ha approvato il disegno di legge di iniziativa governativa recante “Modifiche alla parte seconda della Costituzione per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica”. La proposta – comunemente denominata “premierato elettivo” e attualmente in corso di esame in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati (A.C. 1921) – mira a introdurre l’elezione a suffragio universale e diretto del Presidente del Consiglio dei ministri, con conseguente mutamento della forma di governo italiana.
L’elezione popolare del vertice dell’Esecutivo non è nuova nel nostro ordinamento. Difatti, già da molti anni, in quasi tutte le Regioni è prevista l’elezione diretta del Presidente della Giunta. Tale innovazione ha determinato un cambiamento della forma di governo regionale da parlamentare a c.d. neoparlamentare, costantemente al centro del dibattito dottrinale. In primo luogo, il processo di presidenzializzazione della forma di governo regionale ha determinato una stabilizzazione degli Esecutivi regionali e di riflesso un rafforzamento della figura del Presidente, grazie al noto meccanismo dell’aut simul stabunt aut simul cadent, che lega inscindibilmente i destini del Consiglio regionale a quelli del Presidente della Giunta. L’accrescimento dell’immagine pubblica e mediatica del Presidente della Giunta regionale ha, tra l’altro, comportato in molti casi una destrutturalizzazione dei partiti politici regionali e l’emergere di liste civiche connesse al carisma dei leader regionali.
Nondimeno, la forma di governo statale risultante dall’eventuale approvazione del d.d.l. sul “premierato elettivo” e quella regionale avrebbero quantomeno una sensibile differenza, dal momento che nella prima si realizzerebbe inevitabilmente un’applicazione in qualche modo “temperata” del già richiamato principio del simul simul, stante l’ineliminabile ruolo del Presidente della Repubblica. Per la stessa ragione, il Presidente del Consiglio eletto sarebbe soltanto al vertice dell’Esecutivo, non dello Stato (ruolo che spetterebbe ancora al Presidente della Repubblica), mentre il Presidente eletto della Regione è sia al vertice dell’Esecutivo regionale che dell’Istituzione regionale.
Cionondimeno, sarebbe possibile ravvisare, tra le due forme di governo, almeno una rilevante similitudine ulteriore rispetto quella dell’elezione diretta del vertice dell’Esecutivo. Invero, la riforma attualmente in discussione in Parlamento implicherebbe necessariamente il tentativo di garantire, in entrambe le Camere, una stabile maggioranza a sostegno del Presidente del Consiglio eletto, al fine di assicurare la “governabilità”, tramite l’approvazione di una nuova legge elettorale. Tale obiettivo dovrebbe inevitabilmente fare i conti con l’orientamento consolidato della giurisprudenza costituzionale in materia di sistemi elettorali.
È, inoltre, di tutta evidenza che tale progetto, in caso di approvazione, finirebbe certamente per incidere sui poteri del Presidente della Repubblica, a partire da quello di nomina del Presidente del Consiglio.
Alla luce di quanto precede, la suddetta Call for papers si è proposta l’obiettivo di stimolare una discussione scientifica che abbracciasse, da una parte, l’esperienza regionale (e comunale) di elezione diretta della figura apicale dell’Esecutivo e, dall’altra, le prospettive de iure condendo connesse alla riforma costituzionale sul c.d. “premierato elettivo”.
Siamo lieti, dunque, di offrire una sede per la riflessione su questa e sulle altre tematiche menzionate nell’incipit, che ci auguriamo possa ulteriormente contribuire ad arricchire, secondo il metodo del pluralismo delle idee scientificamente argomentate, lo sviluppo del dibattito e del confronto non solo tra gli “addetti ai lavori” e nelle istituzioni statali e territoriali, ma anche, più in generale, nell’opinione pubblica tutta.
Il Direttore
Prof. Giulio Maria Salerno