La pratica delle relazioni bilaterali condotte in Italia tra le Regioni speciali e le Province autonome da un lato e lo Stato dall’altro ha prodotto risultati alterni, talvolta eccellenti, altre volte decisamente insoddisfacenti.
Questi risultati sono da ascrivere a carenze di cultura autonomistica riscontrabili sia all’interno degli apparati dello Stato che, purtroppo, nell’operato di alcune Regioni che non hanno saputo mettere in atto strategie e comportamenti costruttivi per dispiegare al meglio le potenzialità insite nei loro Statuti.
È tempo di un ripensamento intorno a questi strumenti, per migliorare le forme e le procedure che li regolano, ma non è condivisibile l’opinione che si tratti di strumenti in qualche modo ‘primitivi’ o ‘superati’.
The practice of bilateral relations conducted in Italy between the special regions and autonomous provinces, on the one hand, and the state, on the other hand, has produced mixed results, sometimes excellent, sometimes very unsatisfactory.
These results are attributable to the autonomist culture deficiencies both within the state apparatus and, unfortunately, in the work of some regions that have not been able to implement strategies and constructive behaviors to develop the potentialty of their statutes.
It’s time to rethink these tools, to improve their forms and procedures, but it cannot be shared the opinion that they are in some way ‘primitive’ or ‘outdated’.