Il saggio illustra l’evoluzione del regionalismo italiano, dalla Costituzione del 1947 ai giorni nostri.
Con riferimento alla prima fase, durata cinquant’anni, esso esamina i caratteri del modello originario e si sofferma sulla sua crisi. Il modello era un modello complesso, nel quale il ruolo tutorio dello Stato era bilanciato da una serie di garanzie riconosciute alle Regioni (la maggiore delle quali era rappresentata dalla costituzionalizzazione della disciplina delle competenze ). Tale modello, tuttavia, non riuscì mai ad affermarsi nell’esperienza vivente, a causa di interpretazioni centralistiche, che finirono per travolgerne l’anima garantistica.
Dopo aver messo in luce il legame tra la crisi del regionalismo e l’assetto dei partiti politici italiani (che erano fortemente centralizzati), lo studio sottolinea che la riforma costituzionale degli anni 1999 e 2001 è stata largamente dovuta ad un radicale cambiamento del sistema politico, per effetto della pratica scomparsa dei partiti che avevano dominato la scena nei primi cinquant’anni di storia repubblicana e la nascita di forze politiche nuove.
Lo studio si sofferma successivamente sul faticoso percorso della riforma costituzionale e sui problemi con i quali i suoi artefici si sono dovuti confrontare.
L’ultima parte del saggio è dedicata alla nuova disciplina costituzionale, la cui maggiore novità è rappresentata dal rovesciamento dell’enumerazione delle competenze legislative, grazie al quale oggi le Regioni italiane non sono più titolari di competenze legislative enumerate, ma della competenza legislativa generale (o residuale). Tra le altre novità di rilievo prese in esame, una specifica menzione meritano le competenze finalistiche , il ruolo del principio di sussidiarietà, gli statuti regionali ordinari e la disciplina della forma di governo delle Regioni.
The essay illustrates the evolution of Italian regionalism from the 1947 Constitution to the present day.
With reference to the first stage that lasted fifty years, it examines the characteristics of the original model and dwells on its failure. The model was a complex model in which the State’s tutelary role was offset by a range of constitutional safeguards granted to the Regions (the most important being the constitutionalization of the division of competences). This model, however, never succeeded in asserting itself in practice because of centralistic interpretations that ended up cannibalizing the safeguards.
After highlighting the relationship between the crisis of regionalism and the (strongly centralized) structure of Italian political parties, the study emphasizes that the 1999 and 2001 constitutional reforms were extensively due to a radical change in the political system which saw new political forces come onto the scene after the disappearance of the parties that had dominated the scene during the first fifty years of republican history.
Subsequently the study dwells on the difficult path of constitutional reform and on the issues that its makers had to tackle.
The last part of the essay is dedicated to the new constitutional discipline whose biggest novelty is the inversion of the listing of legislative competences, thanks to which today the Italian Regions are no longer the holders of listed legislative competences, but of the general (or residual) competence. Among the other important novelties taken into account, a special mention must be made of the purpose-related (so-called finalistic) competences, the role of the principle of subsidiarity, the ordinary regional charters and the discipline of the form of government of the Regions.