La tutela delle minoranze qualificata dall’art. 6 della Costituzione come obiettivo della Repubblica non è mai stata giuridicamente collegata con il regionalismo italiano. È per tale motivo che è considerata un ambito rimasto fuori dal tradizionale sistema di ripartizione delle potestà legislative e che solo in parte si collega alle note categorie previste per tutte le altre materie nel Titolo V della seconda parte della Costituzione. In considerazione di questa qualificazione si ricostruisce l’evoluzione della giurisprudenza costituzionale che oggi è esplicita nell’affermare che la tutela delle minoranze è refrattaria a una configurazione in termini di ‘‘materia’’ da collocare in una delle ripartizioni individuate nel Titolo V della seconda parte della Costituzione, riconoscendo ,tuttavia, che l’attuazione del principio costituzionale dell’art. 6 della Costituzione richiede l’intervento del legislatore statale come anche di quello regionale.
The protection of minorities qualified by art. 6 of the Italian Constitution as an objective of the Republic has never been legally connected with Italian regionalism. It is for this reason that it is considered a topic that has remained outside the traditional system of division of legislative powers and it is only partially connected to the well-known categories provided for all other fields in Title V of the second part of the Constitution. In consideration of this qualification, the present contribution reconstructs the evolution of the constitutional jurisprudence which today is explicit in affirming that the protection of minorities is refractory to a configuration as a field to be placed in one of the divisions identified in Title V of the second part of the Constitution. It has been however recognized that the implementation of the constitutional principle guaranteed by art. 6 of the Constitution requires the intervention of both the state and the regional legislator.
