La teorica uguaglianza tra i diversi enti territoriali costituisce una peculiarità della decentralizzazione francese. Il principio della libera amministrazione, che ha per corollario l’assenza di controlli tra gli enti, sembra escludere la possibilità, allo stato, di qualsiasi gerarchia normativa tra le diverse autorità.
Eppure, le recenti dichiarazioni del Presidente della Repubblica e del suo Ministro per la decentralizzazione potrebbero avviare una ridefinizione delle relazioni tra gli enti territoriali secondo questi programmi: da un lato, la possibilità per le Regioni di adattare le norme statali, dall’altra parte, il riconoscimento della natura prescrittiva di due schemi regionali in materia di trasporti e di sviluppo economico. In entrambi i casi, per le regioni si tratterà di dettare regole generali ed astratte che possono essere fatte valere nei confronti delle altre collettività. Questa prospettiva porrà dunque necessariamente la questione dell’effettività delle prescrizioni dettate dalle Regioni. Dal nostro punto di vista, una conseguente applicazione della teoria dello Stato di diritto comporta che questa primazia delle norme regionali sulle altre collettività e EPCI sia accompagnata da meccanismi di controllo.
L’obiettivo di questa comunicazione sarà quello di mostrare come la diversità e l’evoluzione dei sistemi esistenti in Italia e Spagna siano ricchi di insegnamenti in questa materia. Gli Stati italiano e spagnolo hanno messo in atto una vera regionalizzazione, in cui la preponderanza dei poteri regionali si manifesta attraverso l’esercizio della potestà legislativa e regolamentare ed è stata accompagnata da meccanismi tutori (annullamento, approvazione, poteri sostitutivi) per assicurare il rispetto di tali norme da parte degli enti infraregionali. Tuttavia, l’influenza dei controlli regionali è andata attenuandosi già da diversi anni. In Italia la revisione costituzionale del 2001 ha eliminato la quasi totalità degli strumenti di tutela regionale. In Spagna, la natura dei controlli regionali sulle norme locali è piuttosto oscillante, privilegiandosi comunque la giurisdizionalizzazione dei rapporti normativi a scapito di una tutela che evoca l’epoca franchista.
Questi esempi ci risultano preziosi per due ordini di ragioni. Innanzitutto, perché aprono la strada a utili riflessioni sulla titolarità del potere di controllo (Stato e/o Regioni), sulla sua natura (tutela o controllo giurisdizionale), sul momento della sua attivazione (a priori o a posteriori), e infine sulla sua estensione (controllo di legittimità o di merito). Inoltre, perché riflettono i mutamenti degli Stati regionali verso relazioni interistituzionali orizzontali o di cooperazione; la primazia della norma regionale ha dovuto adattarsi al rafforzamento delle garanzie dell’autonomia locale.
Theoretical equality between the different territorial communities is a singularity of French decentralization of power. The free administration principle, and as a corollary the absence of administrative supervision between communities, seems to exclude the possibility of any organization into a hierarchy of the different echelons, at least as the law is.
Yet, recent declarations from the French president and the minister in charge of decentralization of power could initiate a redefinition of the relationships between territorial communities since the following is planed: first, the possibility for regions to adapt the state norm, second the recognition of the normative nature of two regional schemes, on transportation and on economic development. In both cases, it would imply that regions dictate general and impersonal norms that would be opposable to other communities.
Such a situation will ask the question of the effectivity of regional norms. In our view, for good practice of the rule of law, the primacy of the regional norm on other communities and EPCI should be associated with the implementation of control mechanism.
The aim of this communication will be to show to what extent the diversity and the evolution of the existing measures in Italy and Spain are rich in lessons. Italian and Spanish States have implemented a real decentralization of power in which the primacy of the regional level is expressed through the exercise of the legislative and regulatory power, and it has been accompanied by supervision mechanisms (invalidation, approval, substitution) so that the respect of the norm by infra-regional communities is guaranteed.
Nonetheless, the influence of regional controls tends to decrease for a few years. In Italy, the constitutional revision of 2001 has eliminated almost all of the measures of regional supervision. In Spain, the nature of controls is rather swinging but it however leads to the jurisdictionalization of normative relationships to the detriment of a supervision that reminds the pro-Franco era.
These examples seem important for two kinds of reasons. First, because they are the starting point of helpful thoughts on important topics such as who is in charge of the control (State and/or Regions), what is the nature of the control (supervision or jurisdictional control), when is the control implemented (a priori or a posteriori) and finally what is the extent of the control (legality or opportunity control).
Second, because the express the mutations of regionalized Stats toward more horizontality and cooperation in the inter-institutional relationships; the primacy of regional norm has had to put up with the reinforcement of the warranties related to local autonomy.